Un po’ di slang

Gonna, wanna, gotta – gimme, gotcha, kinda – whacha, ain’t, lotta

A scuola di solito si impara il cosiddetto “Standard English”, cioè un inglese attento alle regole e alla grammatica, un importante bagaglio di conoscenze linguistiche che però ha il difetto di non coincidere, in molte occasioni, con l’inglese effettivamente usato e parlato, che cambia anche a seconda della zona nella quale viene adoperato, sia per quanto concerne l’accento, sia per quanto riguarda alcuni modi di dire, che sono tipici di un posto anziché di un altro. Per esempio, in Irlanda esiste un modo molto comune di salutare qualcuno che va via, ossia Safe Home, che non è abitualmente adoperato in altri paesi, tranne negli USA, ovviamente, perché molti degli statunitensi di lingua inglese sono irlandesi di origine.

Se cercate l’espressione Safe Home su Internet trovate quasi sempre la traduzione “casa sicura”, sulle pagine web di siti che pubblicizzano sistemi di sicurezza, ma se un irlandese vi salutasse dicendo appunto Safe home vi trovereste spiazzati, non riuscendo a capire il senso di quel saluto cordiale, che è la traduzione dell’espressione irlandese Slán abhaile, ossia slán, in inglese ‘safe‘, cioè ‘sicuro’, e abhaile, che coincide con l’inglese ‘homeward‘, ovvero ‘verso casa’, abbreviato in ‘home‘ (ma home può intendersi anche come patria, in altri contesti). L’inglese parlato in Irlanda è così ricco di espressioni derivate dalla lingua irlandese e diverse dallo Standard English, anche per gli accenti e la pronuncia, da aver spinto gli studiosi che si occupano di lingue a definirne la varietà locale come Hiberno-English, cioè un inglese parlato in Irlanda, la zona che gli antichi romani indicavano come Hibernia.

Dunque, l’espressione tipicamente irlandese Safe home serve per augurare un “sicuro viaggio verso casa” o “ritorno a casa”. La traduzione in inglese è quasi letterale, ma in italiano non funzionerebbe. Così, come per tante altre espressioni difficili da tradurre, bisogna solo trovare un equivalente, anche approssimativo, nella lingua di arrivo, nel nostro caso in italiano. Allora potremmo tradurla con “Buon rientro”, “Buon ritorno a casa”, o semplicemente “Buon viaggio”.

Considerando tutto quanto abbiamo visto sopra, allora, perché non vedere insieme alcune di queste espressioni tipiche dell’inglese parlato che possono essere molto utili per orientarsi nella vita quotidiana? Cominciamo dunque questo piccolo viaggio nello slang, partendo da alcune espressioni veramente molto comuni a New York, per esempio, ma anche altrove: gonna, wanna, gotta, gimme, gotcha, kinda, lemme, whacha, ain’t e lotta. Are you ready to go? Safe home…

Il nostro percorso comincia dalla pagina web del sito neworkesi.it, dove si parla di gonnawanna gotta, e continua con la seconda parte, dove si discute di gimmegotchakinda e lemme, per poi concludersi con la terza, dove si tratta dei modi di dire whacha, ain’t lotta. Di ain’t e di altre forme contratte abbiamo già parlato in un’altra pagina del nostro blog.

Enjoy!

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